Afferro i miei sogni con rabbia e ferocia
mentre il mio volo coi fiumi si incrocia.
Su onde impetuose rincorrerò il vento.
Inseguo, planando, la corsa del tempo.
Avanzo, tremante, e… verso la foce
un brivido, sento, che spezza la voce.
Precipito, in bilico, e nulla mi pesa…
Si apre ai miei occhi l’azzurra distesa.
Scaccio i pensieri con battiti d’ali…
D’istinto mi immergo in vènti maestrali.
Risalgo correnti e divento leggera.
La pace interiore non è una chimera.
E non tornerò indietro al richiamo
di stracci e ricordi appesi ad un ramo.
Son Aquila adesso e voglio imparare
dal cielo il silenzio, il pianto dal mare.
E non volgerò lo sguardo al passato
che il cuore, codardo, ha imprigionato.
Al cielo offrirò i miei giorni migliori.
Alla sua luna e ai suoi sognatori.
Aquila di mare