Quando al tramonto il cielo
si dipinge di inchiostro,
i repressi tornano ad essere folli.
Muniti di bottiglia e mirra
ricalcano le orme dell’antico antenato.
Io! Urlano i pazzi che con disprezzo
abbandonano le regole dell’eterna scacchiera
per la momentanea fiera.
Il banchiere ubriaco,
il marito frocio,
la santa puttana,
eccoli tutti lì a consumare con i gesti,
realtà sepolte dal pregiudizio.
Tra i tavoli
passano il pittore e il fotografo,
come spettri,
a dare luce a quegli attimi di verità.
Abbagliati,
i malati vengono smascherati,
ma affranti dal loro reale volto
ritornano a nascondersi
nell’ombra della notte.
Di giorno le pedine
fatte di re, pedoni e regine
tornano a spostarsi allo stesso modo
accusando di pazzia coloro che
seguono se stessi
lungo l’infinito sentiero
che conduce alla felicità.
[Maurizio Culasso]
Complimenti!