‘Na vorta

‘Na vorta a Roma mia
se campava co’ du’ spicci.
Se cantava in ogni via
pe’ da’ sfogo a li capricci.

‘Na vorta a ‘sta città
nun mancava mai er fiato.
Je serviva pe’ canta’
storie e amori der passato.

‘Na vorta in fondo ar còre
de poeti e borgatari
c’era er tipico rumore
dei quartieri popolari.

‘Na vorta, io ve dico,
nella nostra cittadina,
er quartiere t’era amico
da Testaccio a Tiburtina.

‘Na vorta c’era gente
co’ la polvere su ‘e dita
e piagneva soridente
sempre in lotta co’ la vita.

‘Na vorta, tempo addietro,
questa società romana
era chiara come vetro,
forte come tramontana.

‘Na vorta, tempo fa,
Arvaro Amici e Gabriella
te facevano casca’
tra le braccia de ‘na stella.

‘Na vorta a Roma mia
je bastava solo er sole
pe’ esse piena de poesia,
senza tutte ‘ste parole.

[foto di Roma Sparita]

[foto di Roma Sparita]

avatar Inumi Laconico (33 Pubblicazioni)



18 commenti su “‘Na vorta

  1. Bella la poesia ed è vero, una volta Roma era diversa anche perché di romani veri c’erano cosa che oggi si contano sulle dita di una mano.

  2. è veroooooooo!!! m’hai riportata indietro nel tempo, madò com’è tutto diverso, persino il romanesco non è più quello

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