Er Tevere

Er Tevere

Mi nonno racconta che da ragazzino
Ner fiume più antico der monno latino
Quanno coceva l’afa ar mattino
Er ponte de Sisto era ‘n trampolino.

Piccoli e grossi, donne e vecchietti
Tutti giù ar fiume dar cielo protetti
Dalle borgate venivan gruppetti
Felici i più piccoli come uccelletti.

Mi nonno racconta: in quelle giornate
Dalle borgate ‘n po’ desolate
‘Na voce de madre che dice “D’ annate?”
“Annamo giù ar fiume, è arivata l’estate!”

Tutti a rincorre la frenesia
‘E carte, er pallone ed ecco ‘a magia
Poco bastava pe’ sta’ in allegria
Er fiume cor sole, che compagnia!

Poi ch’è successo? Er fiume è cambiato
S’è fatto d’un tratto color cioccolato
Grigio cemento bloccato a ogni lato
Cor pianto der monno ce s’è mescolato.

Durante la storia mille e più vorte
Er flusso der fiume ha ‘nghiottito la sorte
Dell’anime deboli tristi ed assorte
Che in fondo al riflusso han visto la morte.

C’aveva girato un firm Pasolini
Su ‘n Accattone dai tratti divini
Che parla ner sogno coi propri becchini
E apre le braccia a romani e burini.

Chiuso ner buio oggi mio Tevere
Lurido e zozzo, torna alla cenere
Roma l’eterna è er tuo carceriere
E io so’ er Poeta, tuo gondoliere.

avatar Inumi Laconico (33 Pubblicazioni)



2 commenti su “Er Tevere

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