Arrivo a casa di Dado alle 10 di sera. Dado è uno dei miei migliori amici. Ha venticinque anni, lavora in una videoteca e frequenta un corso di pittura a basso costo. Il padre di Dado ha preferito l’eroina alla famiglia ed è morto di overdose così tanto tempo fa che Dado non ricorda nemmeno la sua faccia. Sua madre è arrabbiata con la vita e fa due lavori per arrivare a fine mese.
Dado è seduto al tavolo del salone e disegna draghi che divorano altri draghi e colora le loro creste con un pantone viola e poi inizia a piangere e le lacrime cadono sul viso dei draghi e io gli chiedo Perché piangi?
Dado, sguardo remissivo, una statura che non fa paura a nessuno e una felpa XXL che lo incatena all’adolescenza mi risponde che non lo sa perché, ma gli succede spesso di piangere sui draghi. Dado va matto per la ketamina, ma quando sta con me prende anche l’MDMA perché sa che io la ketamina non la prendo e gli ho ripetuto mille volte che non sopporto passare le serate con chi ha reazioni chimiche diverse dalle mie.
La TV è accesa sulla prima puntata del Grande Fratello numero-ho-perso-il-conto. Perché guardi ‘sta merda? gli dico senza essere davvero arrabbiato. Dado non alza lo sguardo e lascia passare alcuni secondi prima di rispondere e penso che forse è già fatto. Lascia cadere sul disegno la cenere della canna che tiene in mano e la spalma con le dita sulla carta e la cenere diventa un prato morto dove i draghi si mangiano. Senza alzare lo sguardo dice Li hai visti quelli? Forma un cespuglio di cenere con il pollice e dice Sapere che esistono persone come quelle mi fa sentire meglio.
Suona il citofono. Dado non si muove. Chiedo Chi è? e una voce eccessivamente energica urla Apritece! La voce è di Pugno di ferro. Mi giro verso Dado e gli chiedo L’hai invitato tu? Dado alza le spalle, si conficca uno spillo in un dito e lascia sgocciolare il sangue sulla carcassa del drago che è stato divorato.
Pugno di ferro entra in casa con il suo pitbull-cane-accessorio, Traino e Vanessa. Pugno di ferro ha 28 anni, ma il cervello ne conterà sì e no undici. Lavora al banco di frutta e verdura al mercato. Basso, grasso, prepotente, con il vizio di sputare ovunque si trovi. Non si separa mai dal suo cane, un pitbull nero pantera che ha chiamato Pitbull per essere sicuro che fosse il pitbull e non un pitbull qualsiasi.
Traino ha 27 anni, è iscritto ancora al secondo anno di giurisprudenza e se la prende comoda perché tanto suo padre è un avvocato. Vanessa è un’amica di Traino, una fighetta di stampo borghese che trova eccitante addentrarsi nel mondo dei cattivi ragazzi e vivere esperienze trasgressive che trasforma in claudicanti racconti cannibali con la sua Montblanc.
Dado sa perfettamente che questa gente a me fa schifo, ma lui non dice mai di no e non dice mai neanche di sì e il risultato è che non sai mai se stai a casa sua perché sei un suo amico o perché non nega niente a nessuno.
Pugno di ferro punta lo sguardo infuocato sulla Tv e dice Bella! Fa una pausa e poi dice Bella merda! E ride estremamente divertito da se stesso. Dado continua a disegnare, Traino si piazza sul divano con la bocca semiaperta e gli occhi arrapati diretti allo schermo e dice Figa questa, parlando della concorrente numero sette del Grande Fratello numero-ho-perso-il-conto. Si prepara una riga di coca sul tavolino e tira. Vanessa lo raggiunge sculettando e gli dice Anch’ioAnch’io.
Poi sentiamo una risata accennata e timida, ci giriamo tutti quanti e vediamo che Dado guarda i draghi e ride, e Pugno di ferro ride più forte con la sua voce da cavernicolo e si avvicina a Dado e gli dà una super pacca sulla spalla con fare paterno e dice Stai già fatto eh? Pugno di ferro e Traino si alimentano di anfetamine, cocaina e speed. Vanessa solo di coca di prima qualità. Pugno di ferro dice Annamo a fa’ rifornimento, e poi dritti al rave! E Traino dice Annamo va’, che a forza de vede’ ‘ste troiette alla Tv me sta’ a veni’ duro. Vanessa ride. Pitbull sta facendo a pezzi la coperta del divano.
Andiamo tutti con la macchina di Vanessa. Arriviamo a Viale Marconi dove vive un pusher che si fa chiamare Amanda, un ragazzo che Dado ha conosciuto al corso di disegno a basso costo. Amanda ha ogni tipo di droga perché ama accontentare tutti. Si traveste da donna, ma solo in casa. Dado mi ha detto che Amanda spera sempre che qualche coatto di periferia se lo scopi, magari perché è strafatto e allora un buco vale l’altro o perché non ha soldi per la droga e quindi è costretto a pagare in natura. Dado mi ha detto che succede più spesso di quanto uno possa immaginare e allora mi sono detto Ecco perché Amanda è sempre felice.
Entriamo in casa di Amanda. Indossa un kimono. Sul tavolo della sua cucina c’è il disegno in divenire di una donna appesa ad un palo della luce che sta per essere bruciata. I miei occhi si spostano sulla ragazza seduta al tavolo e non riesco a credere che si tratti di Marla, una mia conoscenza di quando avevo sedici anni. Marla e Giulia erano le ragazze più belle di Ostia. Con i miei amici di allora giravamo tutti i pomeriggi per via delle Baleniere sperando di incontrare Marla e Giulia e i loro profumati capelli biondi e i seni invitanti stretti dai cappottini neri e le gonne nere corte-ma-non-troppo e le calze a rete più erotiche che porno. E ora eccola, Marla, senza più il cappottino, il trucco perfetto e le scarpe col tacco. Eccola, con un toppino bucato e una felpa leopardata macchiata e jeans strappati e scarpe da snowboard e una cinta piena di proiettili finti e un tubo di plastica viola al collo e tanti tubicini di plastica nera con viti e bulloni a decorare le braccia. Eccola, Marla, con la sua estetica da discarica e gli occhi svuotati. Marla non mi riconosce e non riesce a tenere gli occhi completamente aperti mentre mostra a tutti la sua preziosissima bottiglietta piena di ketamina indiana che vuol dire anestetico per elefanti. Marla dice che la vende ad un prezzo più alto del solito perché è andata a prenderla a Londra e tornare in aereo con quella roba è stato molto rischioso e poteva rimetterci il culo e poi prende una siringa, buca la bottiglietta e tira, la sfila, buca il braccio e si spara la ketamina inframuscolo.
Mi giro di scatto dall’altra parte. Non avevo mai visto qualcuno bucarsi. Gli occhi di Marla ballano e si vede che è in estasi e un po’ la invidio mentre si estranea da tutto il mondo esterno per entrare nel suo mondo interno senza nemmeno dirci Ciao.
Amanda, Dado e Pugno di ferro la guardano con indifferenza. Vanessa guarda la scena eccitata e affascinata e lo so che si sente l’attrice non protagonista di Trainspotting. Traino prende in braccio Marla e va verso la camera quando Vanessa gli dice Cazzo, Traino, mica vorrai scopartela? Non sa più neanche come si chiama! E Traino ride e dice Appunto. Amanda si accorge che Pitbull sta mangiando il suo disegno e inizia a urlare contro il cane e Pitbull abbaia incazzato e ci tiriamo tutti indietro perché si sa che questi cani sono imprevedibili. Pugno di ferro ride.
Compro due grammi di MD in cristalli. Dado compra tre grammi di ketamina. Gli altri fanno una scorta spropositata di cocaina e anfetamine.
Preparo una canna d’erba mentre Amanda mostra i suoi disegni a Dado e io non vedo l’ora di essere al rave e prendere distanza da tutta questa gente e ballare sotto cassa avvolto dalla morbidezza e dall’amore incondizionato verso il prossimo. Amanda apre il suo blocco di lavori e sfoglia una donna che invece delle gambe ha tentacoli di una piovra. Gira e ci sono due donne ragno. Gira e ci sono delle bambine corvo prese di mira da contadini incazzati. Pugno di ferro si affaccia sul blocco e ride di nuovo e inizia a canticchiare AmandaOdiaLeDonne. Amanda non risponde e gira e c’è una testa di donna in un forno a microonde e Pugno di ferro dice Te volevi esse’ ‘na donna e te ce rode che nun lo sei! Amanda si gira e gli dice Vaffanculo. Gli dice Vattene. Gli dice Tu e quello scherzo della natura andate via da casa mia. E Pitbull abbaia contro Amanda e Pugno di ferro gli dà uno schiaffo e una goccia di sangue cade sul suo kimono e Amanda si mette a piangere e io dico Andiamo? Chiedo a Vanessa di chiamare il suo amico Traino e capire se ha finito di scoparsi Marla. Guardo Dado e gli dico Andiamo e cerchiamo di essere un po’ felici e di volerci bene? Rubo una bottiglietta d’acqua dal frigo e inizio a scendere le scale.
In macchina Traino, Pugno di ferro e Vanessa si prendono un’anfetamina ciascuno. Io metto il primo grammo di MD nell’acqua e inizio a berla con Dado. Mi piace che sale appena inizio a sentire la musica. Il rave si trova in un’industria abbandonata fuori Roma e quando arriviamo è già pieno di gente e noi siamo tutti elettrizzati e vogliamo ballare, vogliamo sentire il contatto con gli altri, vogliamo andare sotto cassa e sentire la musica che ci entra dentro. Pugno di ferro si apre un varco nella massa semplicemente andando avanti coi suoi 100 Kg di idiozia e lo sguardo inferocito di Pitbull che mentre avanza lecca per terra tutto quello che trova. Noi li seguiamo. Arrivati vicini alle casse, iniziamo a ballare. Pugno di ferro prende un’altra anfetamina e la divide con Traino che però fa cadere a terra la sua metà e ci pensa Pitbull a mangiarla. Traino ne prende un’altra. Pugno di ferro dice Allora ne prendo un’altra metà così siamo due pari.
Vanessa è già lì che sorride ai ragazzi che ci provano con lei. Faccio una canna d’erba. Traino mi dice Che cazzo fai, così te la fai scendere prima che sale, e mi dà una spinta per scherzo e l’erba cade a terra e Pitbull mangia anche quella. Non dico niente perché voglio solo godermi questa cazzo di serata anche se pare che nessuno voglia aiutarmi. Dico a Dado di seguirmi e andiamo a fare una canna dove c’è meno gente. Dado prepara una striscia di ketamina e tira. Gli dico Dai, Dado stai bevendo l’MD. E lui sorride. E tira ancora. Torniamo sotto cassa e balliamo per un bel po’. L’MD è salita e le mie labbra sono distese in un sorriso infinito e tutto è morbido e sorrido agli altri e gli altri sorridono a me e balliamo tutti insieme noi sconosciuti uniti da questa felicità che non è reale ma ogni tanto chissenefrega.
Traino ci prova con le ragazze, balla dietro di loro e avanza finché non riesce ad appoggiare il pacco sul loro sedere e alcune se ne vanno, altre restano perché sono fatte e disinibite e quel contatto sessuale le fa stare bene. Ma quando ci prova loro non ci stanno, come se passando all’azione avesse superato il limite delineato dalle sensazioni e i muscoli di Traino si fanno più tesi e nervosi e si prende un’altra anfetamina e il naso è pieno di polverina bianca.
Vado a comprare un’altra bottiglietta d’acqua e al bancone un ragazzo inizia a parlare con me e mi dice Fuma questa canna con me. E io dico Certo. Siamo tutti e due fatti e non parliamo ma fumiamo e sorridiamo e ci vogliamo bene anche se non ci conosciamo. Quando la canna finisce lui mi bacia e sorride e io sorrido e gli dico Ciao.
Metto l’altro grammo di MD nell’acqua e raggiungo Dado e gli dico Usciamo che devo prendere un po’ d’aria. Dado cammina a rallentatore e non capisce davvero dove sta e cosa sta succedendo. Mi guarda e mi dice Coca cola. Allora gli dico Aspettami e vado a prendere una lattina di Coca cola e poi usciamo fuori e ci mettiamo seduti. Bevo un sorso di MD e gli passo la bottiglietta, ma lui ha gli occhi chiusi e gli chiedo Dado, ti senti male? Apre gli occhi e mi dice Mai stato meglio. E a me rode il culo che si deve fare questo viaggio da solo. Poi allunga la mano per afferrare la Coca cola, ma non ci arriva, crede di essere arrivato, ma la lattina è ancora lontana dalla sua mano e penso che sta proprio fuori. Ha perso il senso della distanza. Allunga la mano, ma è ancora troppo poco e ride dei suoi piccoli fallimenti spaziali e poi chiude di nuovo gli occhi e io dico Dado? Non risponde. E io dico Vaffanculo.
Torno a ballare e mentre mi faccio spazio vedo una moretta niente male e penso che non posso farmi un grammo di MD da solo. Le sorrido e le chiedo Vuoi? Sbatto la bottiglietta e le dico Non posso finirla tutta io. Indico l’acqua e dico MD. Poi aggiungo Cristalli. Lei dice Come faccio a sapere che è vero? E io bevo. Lei sorride e dice OK. E beve. E io bevo. E lei beve. E io vorrei fare l’amore con lei, ma non voglio baciarla subito, non voglio consumare un atto d’amore per poi ritrovarmi ancora qui, voglio portarla a casa e fare l’amore e addormentarmi subito dopo e risvegliarmi che lei è ancora vicino a me.
All’improvviso delle ragazze scappano terrorizzate verso l’esterno. Davanti a noi si è creata una circonferenza enorme da cui alcune persone si allontanano con gli occhi di chi non ci crede, e tutti gli altri ballano. Ci avviciniamo e riusciamo a vedere cosa sta succedendo in mezzo al cerchio e penso che sia un’allucinazione, ma poi mi giro verso la moretta e capisco che è tutto vero. Pugno di ferro è a terra e Pitbull sta mangiando la sua gamba e Pugno di ferro si dimena disperato e piange dal dolore e Pitbull continua a strappare carne e a masticare. Nessuno fa niente. Quelli che sono ancora lucidi sono scappati.
Quelli che stanno fatti continuano a ballare e probabilmente non si rendono conto che ora Pitbull ha addentato anche l’altra gamba di Pugno di ferro. Nella mia mente si fa strada l’idea che siamo tutti morti e questo è una specie di giudizio universale post-industriale e poi si fa strada l’immagine di un villaggio africano e di un sacrificio umano intorno a cui tutti si muovono in una danza tribale e poi mi riprendo e dico CazzoStaSuccedendoDavvero. La moretta è terrorizzata e si stringe a me, ma io non provo emozioni e nel mio essere in pace col mondo penso che quelli come Pugno di ferro meritino una punizione e non è colpa mia se la sua è così tragica. La vivo come una morale della favola.
E ora Pitbull sta mangiando il braccio di Pugno di ferro che ormai è immobile e tutti ballano e ridono e ballano e ridono e io dico alla moretta Dai, usciamo. Le dico Hai la macchina? Lei fa cenno di sì con la testa. Le dico Andiamo a casa mia, ci facciamo qualche canna, ci rilassiamo e se ti va facciamo l’amore e domani stiamo insieme tutto il giorno nel letto o se preferisci sul divano a guardare qualche film e vedrai che con me la depressione del giorno dopo non ti viene perché ti faccio stare bene io e se ti va facciamo l’amore e se non ti va stiamo solo abbracciati e domani stiamo insieme e se vuoi ti cucino qualcosa. E siccome sto strafatto, non so quante cose le ho detto davvero, se mi sono mangiato le parole, se lei ha capito. Ma mi dice Va bene. E io sorrido. Poi mi viene in mente Dado e le dico Aspetta. Dado è dove lo avevo lasciato, disteso a terra che sorride come un cretino. Lo prendo in braccio, lo porto dalla moretta e le chiedo Possiamo portare a casa il mio amico? Lei sorride come per dire Che carino che sei e io le dico Ti amo.
BOMBA ASSOLUTA!!!