C’è una casa popolare,
è il mio cuore che ci vive.
L’ho voluta un po’ arredare
di passioni distruttive.
Non ho mai veduto il mare,
le sue onde successive
e ho cercato di cambiare
le mie forze repressive.
È una casa popolare
con strutture narrative.
È un terrore abbandonare
le pareti, sponde e rive.
Son venuti poi a sfrattare
quel mio cuore che ora scrive
queste rime sorde e amare
che d’amor ormai son prive.
Addio, casa popolare.
C’ho sbattuto le gengive.
La mia voce già scompare
dalle nostre comitive.
Non ho parole…veramente complimenti, stupenda..
Bellissima…
Spettacolo…
bravi poeti del trullo continuate così
Fate emozionare
Un abbraccio da catania
*_*