Non avevo dove andare.
Ero piccolo e confuso.
Si aggirava solo il male
dietro me. Ed era nudo.
Mi costrinsero a ingoiare
la mia infanzia. Ho bevuto.
Imparando a soffocare
divorai quel pasto crudo.
Non avevo dove andare
e vagavo. Disilluso.
Un bambino da buttare
nella notte. Nel dirupo.
Oggi volo in riva al mare.
Sento ‘l sole contro ‘l muso.
Ogni raggio suo è un collare
che mi sbatte. Mi fa muto.
Vedo bimbi che a giocare
son felici. E sono escluso.
Maledetto poi m’appare
un pensiero oscuro. Impuro.
Me ne vado. Lascio stare.
Noi bambini siamo un muro
che con poco puoi spezzare.
E per sempre. Te lo giuro.
Mamma mia! Bellissima!
“Dignum laude virum Musa vetat mori. Caelo Musa beat” Orazio diceva che la Musa, la poesia regala vita eterna ai poeti. .. L’autore di questa poesia è fra questi.
Quando le parole sono più forti dei sassi…
Dilaniante…entra nell’anima <3
Parole taglienti e crude… <3
lo adoro. Tutto qui.
Tosta. Bellissima
Vera e condivisa
Terribile, ma bellissima,vera poesia…
Un pugno allo stomaco. Ma cosi reale.
cruda verita’…
una voce per tanti