Dispotico e vorace
Vien dal nulla, prima tace
Poi t’aggira e ti rigira
Mentre culla la sua ira
Muore il lume razionale
Le parole vanno al male
Tutto il corpo si fa muto
Il moto è odio trattenuto
“Stringi stringi e se t’alleni,
sempre dentro lo respingi”
dicono gli dèi terreni
contrastando i miei veleni.
“Ma che stringo, che lui spinge.
Giuro non son io che fingo”
Se c’è un demone lì dentro
Allora ecco cosa sento
Quando cado e mi addormento
Dalla pace del momento
Suonano le trombe
S’infrangono gli oggetti
Queste braccia si fan quelle
Queste azioni ignoti getti
La mia testa un po’ malata
Cede al mostro il suo terreno
Contrastando assai ben poco
Quel dispotico veleno
“Stringi stringi e se t’alleni,
sempre dentro lo respingi”
dicono gli dèi terreni
contrastando i miei veleni.
“Ma che stringo, che lui spinge.
Giuro non son io che fingo”
Ma d’altronde il mio tumore
Quel bisogno di rumore
Si è annidato grasso e forte
Pervadendo la mia sorte
Catturando anche l’amore
Mi ha ubriacata del suo amaro
Ora è proprio tanto caro
E non lo voglio mandar via
[Giulia Capozzi – Ottavo Poeta #13]
bella, vera. brava giulia
bella giulia
stupenda..!
per la seconda volta l’ottavo poeta viè da Fiumicino 🙂
dajeeee