Liceo. Primo anno. Testa bassa.
Cuffie all’orecchio, è un’abitudine.
Grida e sorride, tutta la massa.
Compagna de scòla, la solitudine.
Ultimo banco. Attento e rapace.
Studio sui libri de ‘sti pensieri.
A stare con gli altri non sono capace.
Han fogli leggeri. I miei sono neri.
Lo sento. In me. Qualcosa non va.
C’ho ‘na passione sbajata. Malata.
A vorte me dico “Dài, passerà.”
Ma ormai la speranza l’ho abbandonata.
La classe me guarda. Ride. Sghignazza.
‘Sto còre acciaccato è come ‘n’incudine.
Dicono “Frocio” e questo m’ammazza.
Affondo e sprofondo nell’inquietudine.
Mamma, non piagne. Sai, me dispiace.
Sarei qualcun altro, io, volentieri.
Ho dentro ‘na voce sottile, non tace.
E stanno in silenzio i miei desideri.
Oggi è oscurato er sole in città.
‘Sta piccola vita l’ho dimenticata.
Spero la mamma me perdonerà.
Dall’ultimo piano me butto in picchiata.
Il finale numme piace
Scusa Miriam, in che senso il finale non ti piace? È un commento bizzarro il tuo.
Certo, evidentemente bizzarro. A chi è che non piacciono i finali con suicidio?
è che leggendo pensavo avrebbe dato spazio alla voce sottile invece di soffocarla, m’ha amareggiato il finale, questo intendevo
bella. vera.. m’ha fatto piange
Molto bella. Complimenti.
A me piace molto, forse è la parte migliore, sia per ciò che simboleggia – la fine tragica che troppe volte conclude un dolore – sia per la forma; la rima fra “dimenticata” e “picchiata” è una scelta azzeccata, proprio nel suo paradossale incontro: la prima parola poetica, quasi antica, e la seconda un po’ buffa, rassegnata…
La voce sottile è quella che ti martella il cervello dicendoti che questa passione è malata. È quella che ti convince che l’unico modo per uscirne è il suicidio. Quindi il finale non soffoca la voce sottile, la segue, la libera.
Purtroppo è cronaca di cose successe davvero…
Ma soprattutto: il finale è un finale realistico, queste cose succedono, Er Farco le denuncia, giustamente.
la voce l’avevo scambiata per i suoi sentimenti ma ‘stanno in silenzio i suoi desideri’. capito.
siamo tutti vittime dell’altrui paura del “diverso”. chi per le passioni, chi per la religione, chi per le idee… il suicidio è una via di fuga,e tu non sei un codardo. invece, invochiamo l’assassinio dell’idiozia
mamma mia….
oddio amore mio, ma perche’? mamma ti avrebbe amato e aiutato ad essere felice. perche’ non ti sei fidato?
Il prezzo della solitudine e dell’indifferenza.
Bel lavoro, Farco…
ma quanti ragazzini si ammazzano perché omosessuali!!!!
La voce sottile, che non tace, reprime i desideri che quindi stanno in silenzio. Se il finale fosse stato felice, se lui avesse liberato la sua sessualità, se avesse dato spazio ai suoi desideri e non fosse sprofondato nell’inquietudine… non sarebbe firmata Er Farco.
bellissima
hai ragione…e’ che nonostante non sia piu’ una ragazzina (da quer di’…)..mi immedesimo e “me la vivo” con coinvolgimento una cosa che mi arriva al cuore…
Strepitosa
🙁 triste…anche se purtroppo veritiera.
Bellissima!!!!
toccante…
Oggi più di ieri la malvagità e l’ignoranza sovrastano indisturbate. Nessuna tutela per coloro che senza paura tirano dritti per la loro strada ne per chi la strada la perde senza lasciare briciole per farsi trovare. Bella anzi bellissima. Mamma ti avrebbe capito e non perdonato perché non c’è niente da perdonarti
Bella bella